La mia città

A circa metà strada tra Lecce e S.Maria di Leuca, in linea d’aria a una decina di chilometri dal mare Jonio, è situata la città di Casarano.
Un secolo fa, il grande scienziato e studioso leccese Cosimo De Giorgi, ebbe a sottolineare: Casarano con le sue belle vie, col suo aspetto ridente, con le sue piazze, con i suoi giardini mi diè l’aspetto d’una piccola città, più che di un paese; mite n’è il clima perché difeso a tramontana dalle sue colline… L’ingegno, la cortesia e la giovialità dei suoi abitanti son quasi tradizionali. La sua posizione lo rende davvero uno dei centri più popolosi e più industriosi del territorio gallipolino; i suoi mercati di commestibili (veri termometri della ricchezza e della salute di un popolo) vanno fra i migliori dell’intera provincia“.
La testimonianza del De Giorgi, siamo agli inizi del ‘900, presenta la Casarano del suo tempo e in un certo modo ne ha preconizzato il futuro sviluppo, indicando e puntualizzando i germi vitalissimi e le ragioni profonde della futura espansione ed ingrandimento di una città che puntualmente ha compiuto passi da gigante.
Negli ultimi decenni infatti Casarano ha registrato un rapidissimo incremento demografico, raggiungendo quota 21.000 abitanti (al censimento del 1911 gli abitanti erano 10.569). L’agglomerato urbano si è notevolmente esteso in tutte le direzioni con servizi ed infrastrutture adeguate: ospedale, uffici e servizi di ogni genere (Ufficio per le Entrate, sede INPS, INAIL, Camera del Commercio), terziario avanzato, scuole. 
Ecco, proprio su quest’ultimo fronte si sono verificati progressi che cinquant’anni fa era pura follia sperare: quattro Istituti comprensivi, Liceo classico, Scientifico, Magistrale, Tecnico commerciale, Industriale e per Geometri, Istituto professionale che ogni giorno richiamano in città migliaia di studenti da tutto l’hinterland, tutto ciò grazie all’attività politica ed al forte interessamento, svolto in parlamento negli anni ’60 da uno dei figli illustri di Casarano, il senatore Francesco Ferrari.
Ma ciò che ha caratterizzato maggiormente negli ultimi decenni Casarano è stata la sua piccata vocazione industriale in un’area tradizionalmente agricola. 
Non è semplice risalire alla metamorfosi cui è andata incontro la città; un’inversione di tendenza che ha poi ridisegnato l’intera struttura economica, passata da un sistema produttivo prevalentemente agricolo, alla progressiva industrializzazione dell’area con un’evidente crescita del reddito. 
L’organizzazione produttivistica è stata sorprendente: agli albori del secolo scorso si è gradatamente diffusa in un certo numero di cittadini la voglia di rompere con la tradizione insinuandosi in loro l’idea di far convivere l’industria con l’agricoltura, peraltro mai sconfessata in loco. A Casarano, da una spinta essenzialmente artigianale, nasce, grazie all’inesauribile e dinamico spirito d’intraprendenza dei suoi cittadini ed in maniera del tutto pionieristica, l’industria della calzatura, settore oggi con una tradizione tutt’altro che effimera, che è riuscita ad esportare in tutto il mondo il famoso “tubolare” e che vanta aziende leader nel settore che continuano a rappresentare degnamente la città in campo internazionale. 
Dotatasi di un’area industriale e artigianale di notevole importanza ed in continua espansione, Casarano è uno dei due distretti industriali più importanti della regione.La città non è riuscita a rendersi immune dal fenomeno, peraltro assai diffuso nel sud d’Italia, dell’emigrazione e proprio nelle terre ospitali della Svizzera, del Belgio e della Germania, moltissimi nostri Concittadini si sono ricostruiti una vita degna di ogni considerazione, lavorando alacremente e al prezzo di notevoli sacrifici. 
C’è comunque un altro aspetto della città che necessita della giusta attenzione. Casarano è anche un centro dove l’arte e la cultura hanno fatto capolino nel corso dei secoli lasciando, a testimonianza, eloquenti segni di una presenza costante che ne hanno scandito le diverse fasi storiche.
Sulle origini romane della città scommettono in molti: il toponimo Casarano (Caesaranum) probabilmente sta ad indicare un vasto territorio di proprietà di un tal Cesare, centurione romano che ebbe in premio la zona come ricompensa per una battaglia vinta, ma nessuna testimonianza archeologica ne ha confermato l’origine. Gli scavi eseguiti nel novembre del 1976 hanno invece accertato l’esistenza di un villaggio, praedium rusticum, di età tardo romana nella zona ad est della chiesa di Casaranello. Certezza documentata dalla presenza di due epigrafi databili al I° secolo d.C., rinvenute in Santa Maria della Croce (450 d.C.), uno tra i più antichi e pregevoli monumenti dell’arte paleocristiana pugliese, autentico gioiello della città e del Salento tutto.
La chiesa di S.Maria della Croce è sita in Casaranello, toponimo che ebbe origine nel Medioevo, allorché l’antico nucleo urbano casaranese si scisse in Casaranum magnum e Casaranum parvum. Tale duplice denominazione è già attestata nei Registri Angioini.
Eretto intorno alla metà del V sec. d.C. su un impianto a croce latina, a tre navate, il piccolo edificio sacro esibisce un mosaico paleocristiano che è la perla del Salento, per le sue valenze cromatiche e figurali nonché affreschi bizantini dell’ XI e XIV sec. e gotici del XIII sec. di complessa e pregevole fattura che si susseguono sui pilastri e sulle pareti della navata centrale con le immagini degli Arcangeli, di S.Barbara, di una Madonna col Bambino ed un ciclo di scene della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
Il mosaico è costituito da splendide cromìe che danno vita, nella zona absidale a motivi figurali connotati da elementi zoomorfi e fitomorfi, simmetricamente disposti in riquadri geometrici separati da festoni policromi intrecciati. 
Esso si articola in due zone: la prima occupa la cupoletta sovrastante il presbiterio 
avente come tema il trionfo della Croce di Cristo sullo sfondo del cielo, la seconda orna l’arcone absidale. La preziosità dell’impianto per la qualità delle tessere che lo compongono e la loro policroma struttura, si somma alla rarità del messaggio allegorico il quale esplicita la funzione salvifica di Maria. 
La rivalutazione del prezioso monumento si deve allo studioso tedesco Arthur Haseloff che nel 1905, dopo numerosi ed accurati studi, avendone compreso l’importanza e la rarità, lo segnalò all’Italia e all’Europa, contribuendo ad inserirlo su tutti testi di storia dell’arte.
Come ha efficacemente sintetizzato il prof. Gino Pisanò, studioso e insigne letterato casaranese, a proposito della Chiesa di S.Maria della Croce …se poi si varca la soglia del piccolo portale, la sorpresa, per gli ignari, si fa stupore, ammirazione, spettacolo…a conferma che è un esercizio puramente retorico tentare l’impresa di descrivere le bellezze di questo piccolo tesoro di cui Casarano va, a giusto motivo, orgogliosa, che va soltanto ammirato, in comunione con altre ricchezze che impreziosiscono il tessuto urbano come la Chiesa di Maria SS. Annunziata del 1720, autentica culla del barocco in cui sono custodite pregiatissime tele di Oronzo Tiso come la celebre Fornace di Babilonia che sovrasta la porta centrale. Altri dipinti del Tiso si possono ammirare anche nella settecentesca chiesa dell’Immacolata che domina i giardini comunali intitolati a William Ingrosso, il giovane sindaco prematuramente scomparso che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva dei cittadini, come doverosa è una visita ai palazzi storici De Judicibus, D’Elia, D’Aquino e Astore, e al Santuario della Campana, fondato dai Bizantini, che sovrasta la città dalla collina e dedicato alla Vergine, venerata compatrona, con S.Giovanni Elemosiniere, di Casarano.
Da visitare anche i frantoi ipogei che costituiscono il sottosuolo del borgo antico della città con le caratteristiche case a corte, recentemente rivalutate con l’ambientamento, durante le feste natalizie, del Presepe vivente. 
Una rivisitazione dell’evento cristiano a dir poco suggestiva che non intende assolutamente dimenticare le origini contadine, rurali e artigianali che hanno caratterizzato il primo agglomerato urbano.
La città si vanta di aver dato i natali al Papa Bonifacio IX (Pietro Tomacelli 1389-1404), al filosofo illuminista Francesco Antonio Astore (nato nel 1742 e morto sul patibolo a Napoli nel 1799) e alla poetessa Adele Lupo.
Casarano è una cittadina in continua evoluzione. Punto di riferimento del basso Salento e con un vasto hinterland, la città, grazie anche al forte impulso ed all’attività instancabile dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Remigio Venuti, guarda al futuro con estrema serenità non perdendo mai comunque di vista le sue radici e la sua forte intraprendenza che l’hanno sempre contraddistinta nel tempo. 
Tutto “…a due passi dal mare, ad un passo dalla storia…

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