Sugli usi e sui costumi degli elettori.

1 Maggio 2009 alle 09:01 | Pubblicato su Attualità | Lascia un commento

26052009104A differenza delle passate elezioni amministrative del 2004, quest’anno il numero di candidati alla carica di primo cittadino è sceso da 7 a 4. Ma non è diminuito quello delle liste. Facendo un piccolo calcolo matematico, se l’elettorato si dovesse dividere equamente, ad ogni candidato consigliere toccherebbero all’incirca 40 voti.

In alcuni casi c’è la concreta possibilità di ritrovarsi con più concorrenti al seggio in un unico nucleo familiare, il che la dice lunga sul fattore di “rischio debacle” che ci si assume nel candidarsi. Qual è la differenza tra chi riesce a catalizzare su di se il consenso ed attrarre voti e chi invece, pur lavorando a rotta di collo, non riesce a raggiungere risultati soddisfacenti? La captatio benevolentiae?  Il programma elettorale?  La simpatia?

La maturità di un elettore si manifesta anche attraverso questa sorta di termometro del consenso. Ora non voglio assolutamente trasmettere il mio personale spot elettorale sfruttando la cassa di risonanza mediatica del web; anche se taluni personaggi noti o poco noti non perdono tempo ad auto celebrarsi sui siti locali.

Il mio discorso invece va oltre l’autoreferenzialità. E’ neutrale, volto soprattutto ad analizzare la questione come fenomeno sociale e di costume.

Esaminiamo il profilo medio del candidato consigliere comunale: Molto probabilmente nell’esercito dei concorrenti di  quest’ anno non mancheranno: casalinghe, operai, cassintegrati, medici, liberi professionisti, commercianti, disoccupati, insegnanti, infermieri ecc.ecc.

Quali sono gli argomenti di persuasione che uno come me dovrebbe adottare per convincere un amico o un conoscente a votarmi? Personalmente ho la convinzione che, in un’ottica locale dove i partiti contano poco o nulla, alla base del consenso ci debba essere l’affidabilità del candidato Sindaco e la validità del programma di governo cittadino proposto al potenziale elettore.

A questi requisiti basilari di buon governo, l’auspicio è di scongiurare e vigilare affinché non si costituiscano, come spesso succede, delle vere e proprie lobby che hanno prodotto il sistema clientelare; ahimé un vecchio e intramontabile vizio (o vezzo) della politica.

Non credo ci sia un solo elettore contento del fatto che spesso si manifestano fenomeni di politica clientelare all’interno di un’amministrazione pubblica. Tuttavia succede che nel momento in cui ci si presenta per chiedere il consenso, senza batter ciglio come contropartita l’elettore medio esige il favore oppure addirittura il posto di lavoro, visti i tempi che corrono.

Ecco spiegato come, con tutti i buoni propositi e con tutta la buona volontà, passa in secondo ordine il programma di governo cittadino e prende forma il vecchio e sempiterno voto di scambio.

In pratica, quella politica clientelare che gli elettori scongiurano , riemerge in quel frangente a farci capire come si predica bene e si razzola male.

Quindi, al termine della mia onesta campagna elettorale combattuta da “homo novus” e da impiegato precario che non può promettere favori né tanto meno posti di lavoro, perché c’è già il tuo a rischio, ci si rende conto di quanto è difficile estirpare questa brutta abitudine.

Intanto hai portato a casa solo una manciata di voti, mentre i vecchi marpioni della politica, quelli che per mestiere hanno sempre dispensato favori a destra e a manca, riescono a superare abbondantemente le tre cifre.

Cosa auspicare allora per le elezioni che si svolgeranno fra poco più di un mese?

Il mio invito personale, spero condivisibile da molti, è di dimostrare finalmente il grado di maturità sia del candidato consigliere che del possibile sostenitore, poiché siamo chiamati ad una scelta importante: Il governo cittadino dei prossimi cinque anni.

Votate il vostro candidato consigliere e il futuro primo cittadino per convinzione di programma, per ciò che si dovrà realizzare nei prossimi cinque o addirittura dieci anni.

Il candidato consigliere avrà l’onere e l’onore di vigilare sull’operato della giunta, affinché le promesse fatte in campagna elettorale non vengano disattese. Al sostenitore dico. Non chiedere favori personali in cambio del voto!

Quando riusciremo a darci un codice deontologico e a metabolizzare queste elementari pillole di democrazia che tuttavia concettualmente sembrano lontane anni luce o addirittura utopistiche, potremmo dire di aver raggiunto la giusta maturità di elettori che credono in un progetto e sperano nella rinascita di una città ormai alla frutta.

Blog su WordPress.com.
Entries e commenti feeds.