BEYONCE’: LA REGINA DEL POP

29 giugno 2007 alle 16:16 | Pubblicato su Spettacolo | 2 commenti

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Con merito, proprio di recente è stata considerata una delle donne più desiderate del mondo. Nello scenario musicale femminile è la regina del pop, anche se, per la verità,  il “titolo” è conteso tra lei e la cantante colombiana Shakira, con la quale di recente ha anche girato un paio di video, manco a dirlo,  di successo. Beyoncè Knowles é una bellissima donna, un autentica venere nera. Oltre a cantare, balla divinamente e soprattutto sa preparare bene i videoclip che cura personalmente con una meticolosità certosina. Gli abiti di scena, costosissimi e luccicanti, li sceglie personalmente; sono disegnati quasi tutti  da lei e cuciti dalla madre, che fa questo per la figlia fin dai tempi del liceo, quando a scuola era un punto ri riferimento nell’organizzazione  delle feste più “in”, a dimostrazione della sua predisposizione per il canto ed il ballo già da quando era una giovane studentessa liceale. Beyoncé, contrariamente a quanto si possa pensare, è molto umile ed auto ironica, a volte, quando viene intervistata, non perde occasione per prendersi in giro, nonostante la musica l’abbia portata a diventare ricchissima, con milioni di dischi venduti in tutto il pianeta, prima con il  gruppo con il quale ha esordito, le Destiny’s Child, poi da solista.In una recente intervista ha dichiarato: «…sono  in eterna lotta con la linea, a volte quando sono al mare mi sento una balena spiaggiata». Le immagini che qui di seguito vedete dicono perfettamente il contrario. 

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Liberalizzazione del mercato energetico: Non è tutto oro quello che luccica.

18 giugno 2007 alle 22:51 | Pubblicato su Energia | 1 commento

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Poco più di due mesi fa ci sono state le sentenze di condanna definitive ai dirigenti della Enron,  il colosso americano dell’energia che nell’ottobre del 2001 dichiarò bancarotta. Riprendo l’argomento a distanza di tanto tempo poiché come ben saprete dal 1 luglio 2007 il mercato dell’energia sarà aperto ai privati e non sarà solo ad esclusivo appannaggio delle aziende statali. Mi direte: Cosa c’entra la Enron con la privatizzazione del mercato energetico che prenderà il via tra qualche giorno in Italia? Lo scoprirete presto.Qui di seguito vi spiegherò cos’è successo in California con il mercato non regolamentato,la famosa deregulation che amava tanto Kennet Lay, il presidente e fondatore della ENRON. Lay era un convinto assertore del mercato deregolamentato a tal punto da far cambiare le regole negli USA con l’appoggio di potenti personaggi politici che conoscerete più in la. Ma prima è doveroso, per chi non conosce un gran che sul caso Enron, fare una cronistoria di tutta la vicenda e rendersi conto degli enormi rischi ai quali andremo incontro. Per fare ciò mi sono avvalso di un libro che ho letto e della trasmissione televisiva Report sul caso Enron, andata in onda agli inizi di aprile di quest’anno.

La “parabola ENRON : breve storia della società ed analogie con la PARMALAT

Negli USA con il falso in bilancio e l’Insider Trading non si scherza. A differenza di quello che succede da noi, la legge colpisce duramente.  Il più grande crack finanziario della storia è costato il posto a 2000 dipendenti della Enron ( e società collegate ad essa) , che hanno perso lavoro e fondi pensione e che non hanno potuto vendere le azioni dell’azienda nella quale credevano (mentre i dirigenti come Lay, Skilling e Fastow ( nelle foto ) hanno venduto le proprie, per 580 milioni di dollari).  Nel libro  di Nicola Borzi “La parabola Enron e la crisi di fiducia dei mercati finanziari” si parla di un “buco” di oltre 600 miliardi di dollari,  una cifra spaventosa. Dopo questo, gli Stati Uniti hanno varato una riforma del sistema societario, la più dura dagli anni della depressione: La Sarbanes Oxley che è una legge emanata nel luglio 2002 a seguito degli scandali che hanno coinvolto oltre alla Enron ed alla Artur Andersen anche la Worldcom.  La legge mira ad intervenire per chiudere alcuni “buchi” nella legislazione, garantire strasparenza delle scritture contabili e, dal punto di vista penale incrementare la pena nei casi di falso in bilancio e simili. Secondo alcuni storici dell’economia, si tratta di uno degli atti governativi più significativi in campo economico. Si doveva dare un segnale di durezza per cui chi non rispetta il mercato, le leggi, chi cerca di fare “il furbetto del quartiere” non viene premiato o salvato dallo stato. In Italia ad esempio se crei un buco di miliardi, lo stato ti viene incontro e ti “premia” con un decreto salva debiti, come nel crack della Parmalat, che ha prodotto un buco di 14 mld di Euro.

 La “parabola” ENRON: Le condanne

  • Il 28/05/2006 Kenneth Lay è stato condannato ad una detenzione per 20-40 anni di carcere. Pena che non sconterà poiché è morto d’infarto, nell’etstae del 2006.
  • Jeffrey Skilling è stato condannato a 24 anni di carcere, per abuso di informazioni. Si è sempre dichiarato innocente del crack dell’azienda, ma ha pagato ai suoi avvocati una parcella di 23 milioni di dollari.
  • Ad Andrew Fastow è stata confermata la condanna a 6 anni di carcere ( prima sentenza del 2002, uscirà nel 2008 ); la condanna è “mite” nei suoi confronti perché ha restituito 23 milioni di dollari e sta collaborando alle indagini.
  • Altri dirigenti come Kopper, hanno avuto una pena ridotta (a 3 anni) avendo collaborato  alle indagini ed essendo le loro responsabilità meno gravi rispetto ai citati sopra.
  • La Arthur Andersen, la più antica e prestigiosa società di revisione degli Stati Uniti che ha falsificato i bilanci, è stata condannata, quindi finita in bancarotta. I 25.000 impiegati a spasso senza senza lavoro.

Le analogie con il crack PARMALAT:

  • Conti gonfiati ad arte, per dare l’immagine di un’azienda sana e florida. Grandi campagne pubblicitarie.
  • Società di revisione dei conti a libro paga dell’azienda.                                                
  • Influenti contatti coi politici (Tanzi inizialmente finanziava solo la DC di De Mita, poi ha unto tutte le ruote. Anche quelle dei partiti di sinistra. Kenneth Lay finanziava Repubblicani e Democratici, ma vantava una intima amicizia con la famiglia Bush (senior e junior ),dal quale, a sua volta ha ottenuto milioni di dollari di contributi governativi.                    
  •  Banche compiacenti, che chiudevano un occhio sui buchi di bilancio che venivano fatti poi pagare dai risparmiatori tramite Bond.                                                                   
  • Investimenti all’estero: come la Enron era andata ad aprire una centrale elettrica in India, rivelatosi un totale fallimento, anche la Parmalat investiva in sudamerica, all’est.

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Da una parte Tanzi e Tonna, dall’altra Lay e Skilling: ma quali le differenze?

  • Ken Lay è stato arrestato dalla SEC, l’organo di controllo della borsa americana.  In Italia la Consob non ha potere di arresto.                                                             
  • Tanzi ha fatto 4 mesi di carcere. Da settembre 2006 è un uomo libero ed è tornato a lavorare. Oggi è produttore di succhi di frutta.                                                                 Anche Tonna è tornato a lavorare, in attesa della sentenza definitiva.Sentenza che sarà emessa entro il 2022. Vista l’età delle persone coinvolte e la piega che sta prendendo il processo, nessuno pagherà per il crack di Parmalat.
  • Negli Stati Uniti è stata indetta una commissione parlamentare. La stessa commissione interroga gli imputati e chiede merito sulle malefatte.
  • In Italia invece a portare a casa il processo saranno le procure di Milano e Parma.La piccola procura di Parma riceve, per le spese d’ufficio, 10000 euro all’anno. Dopo una telefonata alla capo di gabinetto del ministro della giustizia, il proc. Capo Laguardia ha ottenuto altri 4000 euro.Interpellato a riguardo, Clemente Mastella, ha detto che non può prestare attenzione a tutte le grida di allarme che arrivano dalle procure. Ai finti isterismi … Nessun politico può tirarsi fuori dalla vicenda Parmalat.
  • In Italia il reato di falso in bilancio è stato depenalizzato.
  •  La Enron non è stata salvata dai contribuenti americani.
  •  La Parmalat è stata salvato dal decreto Marzano. Il titolo è tornato in borsa e l’azienda ha continuato a lavorare.

Enron è stata un onta, per il sistema americano. Ha messo in luce la cupidigia dei manager accecati dal denaro, dalla cupidigia, cui non interessava affatto la salute dell’azienda per cui lavoravano. È stata una lezione che, forse, ha insegnato qualcosa. In Italia di Parlamat non si parla quasi più. Non si parla nemmeno delle Class Action, strumento con cui i poveri risparmiatori verrebbero messi in condizioni di battersi nei fallimenti. Non si parla neanche di una riforma del sistema societario, che ripristini la responsabilità penale delle aziende.

Quali le priorità del ministro Mastella?

L’indulto (di cui hanno beneficiato anche molti colletti bianchi) e la legge sulle intercettazioni.  

Il film di Alex Gibney su Enron (“Enron: l’economia della truffa”) mostra alcuni aspetti su cui è bene che riflettiamo prima che sia troppo tardi.Ha messo in luce il lato oscuro del sogno americano: evidenzia gli eccessi e la cupidigia dei manager dell’azienda. Persone come Lou Pai che si portava le spogliarelliste (pagate coi soldi della Enron) in sala contrattazioni: manager da 200 milioni di dollari, che ha lasciato poi nell’azienda un buco di 1 miliardo. Come Skilling, che portava avanti la cultura del macho, aggressiva, di un manager intraprendente che non esita a fare le scarpe al collega pur di fare carriera. Esisteva nella Enron una commissione di valutazione, per cui il 10% degli impiegati doveva essere valutato 5, ossia licenziato. Ma poteva capitare anche che un impiegato venisse promosso dirigente. 

Le bolle di sapone

La Enron era stata brava a creare un’immagine di azienda intraprendente e all’avanguardia. L’immagine prima della sostanza. Come nel business del Video On Demand: una bufala che non portò a nessun centesimo di profitto, ma che fece schizzare le azioni a +34%. O come il business delle previsioni meteo.

Il mark to market

Alla Enron fu concesso di gestire la contabilità attraverso il “mark-to-market” , che permetteva di mettere in bilancio i profitti futuri il giorno stesso della firma di un contratto . Probabilmente la caduta della società iniziò da quel giorno.  La “Artur Andersen”, che all’epoca intascava dalla Enron 1 milione di dollari a settimana  per il lavoro di consulenza finanziaria e controllo dei bilanci,  firmò e l’organo di controllo della borsa (SEC) approvò.La Enron metteva a bilancio entrate ipotetiche, sulle quali scommetteva. L’immagine della società, dal punto di vista contabile, si basava sulle previsioni e sulla parla della Enron stessa. Agli analisti bastava fare una telefonata a “Jeff” ( Skilling) e quello che diceva Jeff veniva preso per oro colato. Quindi gli analisti non analizzavano un bel niente!

Il mercato azionario dell’energia

Una delle idee “più brillanti” di Jeffrey Skilling fu la creazione di un mercato azionario di energia: l’energia che non aveva più un valore fisso, ma veniva venduta come le azioni o i bond. Il prezzo fluttuava in base al valore della borsa e del mercato. Valore che veniva pilotato: pagando gli analisti perchè dessero un’immagine florida della Enron. E chi cercava di capire da dove venissero i profitti veniva licenziato come John Olson, della Merril Linch. Sia forzando il sistema: in California vigeva la liberalizzazione del mercato dell’energia. Ma da qualche parte i soldi dovevano arrivare. 

La liberalizzazione dell’energia ed i rischi che potremmo correre in ITALIA!

La California fu il primo stato a sperimentare la liberalizzazione dell’energia. E il 2000 fu anche l’anno dei blackoout., ricordate?  Tramite dei blackout pilotati la Enron faceva vendere ai suoi operatori l’energia allo stato ad un prezzo del 400% superiore. Gli operatori della Enron realizzarono profitti per 2 miliardi di dollari.Grazie alla deregulation del sistema, agli agganci politici di Ken Lay, ai blackout pilotati (del 2000), la liberalizzazione permise alti guadagni a Lay e soci. Sapevano che senza la liberalizzazione il castello di carte sul quale si poggiava la Enron, sarebbe caduto. La Enron aveva a libro paga la F.E.R.C., l’ente federale che doveva controllare sull’energia. La crisi energetica mise in cattiva luce il pres. Uscente Gray Davis, permise l’elezione del repubblicano Schwarzenegger (dopo Reagan gli americani credevano di aver visto di tutto): alla California questo costò 45 miliardi di dollari. Il motto della Enron era “ask why”: ecco, è bene che lo teniamo a mente anche noi. È un insegnamento che dobbiamo imparare. Chiediamoci sempre perchè, non fidiamoci troppo, abbiamo un atteggiamento di sano sospetto verso coloro che ci governano.In Italia si partirà dalla liberalizzalizzazione del mercato dell’energia dal 1 luglio 2007. Già in alcune regioni si pagano bollette salate per l’acqua (nella Sicilia di Totò Cuffaro ad esempio). Del business dell’acqua ne aveva parlato sempre Report la stagione scorsa.Ministri come la rutelliana Lanzillotta continuano a ripetere che si devono liberalizzare i servizi.Ben venga il mercato libero sull’energia ma che il caso Enron sia da monito per tutti, teorici della “DEREGULATION” e difensori del “MERCATO REGOLAMENTATO”

Per chi ha voglia di approfondire, un sito ed un libro:http://www.report.rai.it ( Enron: L’economia della truffa )

La parabola Enron e la crisi di fiducia dei mercati finanziari di Nicola Borzi – feltrinelli editore   

Il primo giugno 1967, i Beatles pubblicavano Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.

1 giugno 2007 alle 20:02 | Pubblicato su Spettacolo | 3 commenti

sgtpepper.jpg                  Quarant’anni fa, il primo giugno 1967, i Beatles pubblicavano Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Un disco epocale, un capolavoro del rock che con le sue tredici canzoni gettò nel vento idee e innovazioni che avrebbero influenzato tutta la musica a venire (..) Ironia della sorte, Sgt. Pepper’s, nacque in un momento di crisi e sbandamento per i Fab Four. Verso la fine del 1966, stanchi del ruolo di idoli pop usa e getta, i quattro di Liverpool erano in cerca di nuove strade, non solo musicali ma anche d’immagine. Così, dopo aver deciso di evitare i tour e di dedicarsi solo alla musica di studio, con il vento in poppa della nascente psichedelica, ciascuno di loro si impegnò in nuovi progetti. George Harrison approfondì la sua passione per l’India e la cultura orientale. John Lennon si improvvisò attore per Richard Lester. Paul McCartney si appassionò alle musica di Berio e Stockhausen, e dopo un viaggio in America, pensò a un nome fittizio simile a quello di alcune nuove band californiane, come Quicksilver Messenger Service o Strawberry Allarm Clock. Tra tanta ispirazione e oro colato, nacque il Sergente Pepe, che con la sua Banda di Cuori Solitari, si prestava bene a fornire un alter ego ai quattro. ( fonte Kataweb )

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