Tributo a Rino Gaetano

24 luglio 2008 alle 23:18 | Pubblicato su Musica | 5 commenti

Era da tanto tempo che pensavo di dedicare sul mio blog un piccolo e modesto tributo a Rino Gaetano, uno dei miei cantautori preferiti. Non c’è nessuna ricorrenza particolare che mi spinge ad onorare la memoria di questo grande artista tragicamente scomparso 27 anni in un incidente stradale. Forse uno dei motivi che mi spingono a farlo oggi, è che le sue canzoni, sempre più spesso sono riproposte dai network radiofonici nazionali. Forse l’altro motivo, quello preminente, è che i suoi testi, nel corso degli anni, sono stati sempre a passo coi tempi e, a volte anche profetici. Penso ad esempio alla canzone  “Gianna” e ad alcuni passaggi profondi come  “….la gente si sveste comincia un mondo, un mondo diverso ma fatto di sesso, chi vivrà vedrà” . Ho avuto la fortuna di assistere ad un concerto del cantautore romano, di aver fatto parte della sua vita sia pure in una circostanza effimera. All’epoca Rino era all’apice della sua breve ma folgorante carriera artistica. Era il 1979, credo in occasione della festa del Santo Patrono del mio paese. Rino tenne un concerto in Piazza. Ricordo che era vestito di bianco: jeans bianchi, camicia hawaiana e l’immancabile gilet, anch’esso chiaro, il “panama” in testa e l’accenno di chi non si fa la barba da tre giorni. Un giovane minuto, non molto alto. Io avevo 13 anni e quando mi passò accanto, durante i preparativi (alcune ore prima del concerto), constatai che era alto più o meno quanto me. Ho ancora il ricordo nitido del fatto di come curasse personalmente la parte tecnica, direi in modo maniacale e certosina. Saliva e scendeva dal palco decine e decine di volte per mettere a punto l’impianto sonoro, consultandosi con il suo staff tecnico e con i suoi musicisti. Io stavo lì con Pippo, un amico d’infanzia e facevamo a gara a chi lo “toccava” più volte, anche sfiorandolo col braccio. Vezzi adolescenziali: gli passavamo accanto apposta ed il contatto fisico con la pop star  rappresentava un ambitissimo traguardo, quanto meno nell’immaginario di noi giovani fans in erba. Il concerto si svolse in una piazza gremita di gente di tutte l’età ed io ero proprio lì sotto al palco a canticchiare i suoi successi. L’anno scorso, in occasione di un viaggio a Crotone, sua città natale, andai a visitare la Piazzetta a lui dedicata. “Piazzetta Rino Gaetano”. Anche se non c’è più da tanto tempo, resterà sempre “un grande” e come disse una volta lo scrittore portoghese Josè Saramago “ le parole sono l’unica cosa immortale”, il mito di Rino Gaetano non tramonterà, così come resteranno immortali i testi delle sue canzoni. Ciao Rino.

 

 

Biografia:

Rino Gaetano pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981) cantautore italiano. Nato a Crotone, in Calabria, Rino Gaetano si trasferì a Roma a dieci anni per motivi di lavoro dei genitori e nella città capitolina visse per tutto il resto della sua vita, nel quartiere di Montesacro, nei dintorni di piazza Sempione. Dopo le prime esibizioni al Folkstudio, viene scoperto da Vincenzo Micocci, e il debutto discografico avviene nel 1973: usando lo pseudonimo Kammamuri’s, pubblica per la It il 45 giri I Love You Marianna (sul lato B Jaqueline); prodotto da Antonello Venditti e Piero Montanari. I Love You Marianna potrebbe essere interpretata come riferito alla marijuana: in realtà qui si riferisce all’affetto che lo legava alla nonna Marianna, con la quale giocava da piccolo, e gioca sul doppio senso della parola. Nel 1974 pubblicò il suo primo album, Ingresso libero, che non ottenne particolari riscontri di vendita né di critica, pur mostrando già i segni dello stile estroso e strampalato che avrebbe caratterizzato la sua breve ma folgorante carriera; tra i brani presenti ci sono Ad esempio a me piace il sud, canzone già nota perché incisa l’anno precedente da Nicola Di Bari con un testo leggermente diverso, e I tuoi occhi sono pieni di sale.

Il successo arrivò l’anno dopo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu. Rino Gaetano durante una delle sue esibizioni. Nel 1978 Rino Gaetano partecipò al Festival di Sanremo con la canzone Gianna. Gaetano avrebbe preferito con il brano Nuntereggaepiù perché considerava Gianna troppo commerciale. Il brano si piazzò terzo alle spalle di Anna Oxa e Matia Bazar e Gianna rimase per diverse settimane al primo posto nella classifica dei dischi più venduti. In realtà al Festival non voleva proprio partecipare, ma costretto dalla casa discografica RCA, per ripicca presentò una canzone riadattata sugli accordi di Berta Filava cambiando il testo e usando soprattutto la chitarra. Ottenne il risultato che si aspettava e confermò come una pseudo cover senza troppe pretese e impegno artistico poteva, e può ancora, concorrere ad una manifestazione canora che, secondo il suo parere, era sempre più in declino. Artista estremamente poliedrico, nel 1981 recitò nel Pinocchio di Carmelo Bene a Roma nel ruolo della volpe. La carriera di Rino Gaetano si interruppe tragicamente con la sua morte, a soli trent’anni, in un incidente stradale avvenuto il 2 giugno 1981 a Roma sulla via Nomentana, al Quartiere Trieste. Pochi giorni prima era rimasto coinvolto in un altro scontro dal quale era uscito miracolosamente illeso: la sua auto, una Volvo 343, era rimasta completamente distrutta, ma egli subito ne acquistò un’altra uguale. Il secondo incidente invece si rivelò fatale: la vettura nuova di zecca si schiantò, infatti, contro un camion sulla via Nomentana all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea. Sia pur prontamente soccorso, in fin di vita, il cantante venne rifiutato da ben cinque ospedali, una circostanza sorprendentemente simile a quella narrata in uno dei suoi primi testi “La Ballata di Renzo” eseguita dal cantautore durante le sue prime esibizioni al Folkstudio, morì per la gravità delle ferite riportate, per giunta a pochi giorni di distanza dalla data fissata per il suo matrimonio. È sepolto al cimitero del Verano.

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