Energia alternativa: Ma la vogliamo veramente?

30 Maggio 2007 alle 22:20 | Pubblicato su Energia | 1 commento

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Si parla tanto di energia alternativa” ma non tutti sanno in che cosa consiste e come si sviluppa. Ad esempio oggi si parla spesso, senza saperne granché, di “biomasse”, “fotovoltaico”, “eolico” ecc. e quindi analizziamo come si producono le prime, vale a dire le biomasse, una delle fonti meno inquinanti per l’ambiente e per niente nociva alla salute, in quanto è un processo di trasformazione che sfrutta elementi che si trovano in natura e non chimici. Ma prima di presentare il processo produttivo delle biomasse, trovato su internet e messo a disposizione dei lettori, vorrei fare una lunga premessa: E’ curioso notare il killeraggio mediatico che si fa intorno ad una qualsivoglia idea di produrre energia alternativa. Ci lamentiamo degli effetti collaterali che in alcuni casi non esistono. Oggi tutto è nocivo, dall’aria che respiriamo al cibo che mangiamo, senza aver costruito nessuna centrale. Che dire poi del CO2 che sprigionano i tubi di scappamento degli autoveicoli,  dell’inquinamento radioelettrico delle antenne telefoniche. Vorrà dire che dovremmo rinunciare tutti a respirare e a mangiare, a guidare una  macchina ed al nostro “amato”telefonino.  E questo lo sappiamo che non è possibile. Purtroppo alcuni non hanno ancora capito che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Bisogna pur scendere a compromessi, come quello delle pale eoliche che nessuno vuole. Se è per questo bisognerebbe domandarsi: ma cosa vogliamo veramente? L’energia “fotovoltaica” potrebbe essere la soluzione di tutti i ns. problemi in quanto è alimentata da quella risorsa naturale che è il sole, da noi splendente 9 mesi su 12. I costi sono eccessivi? E allora facciamoli diventare accessibili con apposite politiche di solidarietà verso le regioni più depresse dal punto di vista occupazionale. C’è chi viene pagato per pensare a queste cose e finché noi cittadini ci dibattiamo e ci dimeniamo tra “eolico si” e “eolico no”, “biomasse si”e  “biomasse no”, altri paesi come
la Finlandia e
la Danimarca fanno i fatti. Ad esempio in Finlandia, che è il primo produttore al mondo di carta, hanno trovato il sistema per smaltire i rifiuti del processo produttivo della carta stessa con il sistema delle “biomasse”. I rifiuti vengono immessi nel processo produttivo e producono energia. Ci sono alcune fabbriche di carta che si “autoalimentano”. Non è straordinario! Hanno risolto due problemi in un colpo solo. E noi Italiani quando faremo entrare nella nostra “cucuzza” questa mentalità?  Forse mai! Ha proprio ragione Beppe Grillo quando dice che in alcuni paesi ci sono piani energetici per i prossimi 20, 30 anni e noi non siamo cosa fare domani mattina!

BIOMASSE

Per biomasse si intende un insieme di materiali d’origine vegetale, scarti da attività agricole, allevamento o industria del legno riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica. Proviamo a stilare una lista delle principali materie prime energetiche da biomasse:

  • legname da ardere
  • residui agricoli e forestali
  • scarti dell’industria agroalimentare
  • reflui degli allevamenti
  • rifiuti urbani
  • specie vegetali coltivate per lo scopo

Trarre energia dalle biomasse consente d’eliminare gli scarti prodotti dalle attività agroforestali e contemporaneamente produrre energia elettrica, riducendo la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio.

Energia pulita a tutti gli effetti.

La combustione delle biomasse libera nell’ambiente la quantità di carbonio assimilata dalle piante durante la loro crescita e una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. Le opere di riforestazione in zone semidesertiche permettono di recuperare terreni altrimenti abbandonati da destinare alla produzione di biomasse e indirettamente migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Le piante svolgono infatti l’importante funzione di “polmone verde” del pianeta riducendo l’inquinamento e l’anidride carbonica contenuta nell’aria. Le coltivazioni dedicate esclusivamente a produrre biomasse da destinare alla produzione elettrica non fanno eccezione a questa naturale caratteristica del mondo vegetale.
La Finlandia rappresenta l’esempio più calzante per descrivere l’importanza delle biomasse e le possibilità di utilizzo. Gran parte degli scarti della lavorazione della carta e del legno dell’industria finlandese sono trasferiti alle centrali termiche per produrre energia. Si evita così di stoccare gli scarti in discariche o pagare per il loro incenerimento.

Quello che un tempo era un costo da sostenere si trasforma in un’opportunità da non perdere e da sfruttare per produrre preziosa energia elettrica.Non va comunque confuso il concetto di biomassa con quello della termodistruzione dei rifiuti. Le biomasse sono esclusivamente scarti d’origine vegetale e non rifiuti delle attività umane. Per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale è inoltre necessario che le centrali termiche siano di piccole dimensioni e alimentate con biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani.

Bellezze “Made in Italy” MONICA BELLUCCI

16 Maggio 2007 alle 23:45 | Pubblicato su Spettacolo | 1 commento

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Vorrei evitare di prendermi troppo sul serio e dopo alcuni post “importanti” dal punto di vista degli argomenti trattati, ho deciso di rendere omaggio alla “più amata” dai francesi!Si, è proprio così, MONICA BELLUCCI, è molto più apprezzata in Francia che in Patria.A dire il vero come artista non saprei giudicarla anche se in alcuni film internazionali (uno di questi “l’ultima alba” con Bruce Willis) l’ho vista abbastanza in sintonia con il ruolo affidatole.Mentre come donna il mio giudizio potete immaginarlo!Qui è ritratta in alcune foto, trovate qua e la sul web, dove è eloquente lo splendore e la bellezza che hanno fatto di Monica Bellocci una delle donne più belle del mondo.Spero che i visitatori del mio blog apprezzeranno questa parentesi di «cultura moderna» alla Teo Mammucari. D’altronde dopo tante foto di “vecchi” ci voleva una ventata di freschezza ( ……e che freschezza…) Buona visione a tutti. monica5.jpgmonica4monica3.jpgmonica22monica31monica41monica51monica6monica7monica81

Un capolavoro della letteratura del novecento

12 Maggio 2007 alle 09:52 | Pubblicato su Cultura | Lascia un commento

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Vorrei proporre ai lettori del mio blog un libro “datato” che io considero un classico della letteratura italiana del dopoguerra. Come potete vedere dalla foto si tratta de «Le parrocchie di Regalpetra» di Leonardo Sciascia, il primo libro scritto nel lontano 1956 dal grande poeta e scrittore siciliano scomparso nel 1989. L’autore sintetizzò con queste parole il contenuto della sua “opera prima”:  «Con queste pagine non metto una bandiera rossa al pianterreno: non saprei goderne l’effetto dalla terrazza; ne, restando al pianterreno, potrei salutarla con fede. Credo nella ragione umana e nella libertà e nella giustizia che dalla ragione scaturiscono; ma pare che in Italia basta ci si affacci a parlare il linguaggio della ragione per essere accusati di mettere la bandiera rossa alla finestra.

Il Libro:

È una serie di cronache su un immaginario paese siciliano, nel quale sono ravvisabili le condizioni di qualsiasi altro paese dell’isola. In Sciascia c’è una risentita dimensione civile, una speranza nei poteri della ragione e nelle conquiste liberatrici della Storia, ma nel contempo una dolente coscienza delle carenze e delle colpe delle classi dirigenti di ieri e di oggi e del prezzo di dolore e di miseria che esse comportano.
L’opera di Sciascia assume sin dall’inizio il valore di testimonianza:in questo caso, denuncia del fascismo e denuncia sociale (condizioni del Meridione).
Lo stile è molto semplice. In questa prima opera c’è una marcata tendenza al neorealismo: il linguaggio è aderente al mondo rappresentato. Sciascia evita, tuttavia, di cadere nel folclore. Egli va più a fondo, alla sostanza dei problemi della Sicilia.

Biografia: Leonardo Sciascia, naque a Racalmuto, Agrigento nel 1921,  scrittore noto per i suoi romanzi incentrati sul potere e la corruzione in Sicilia. Fu insegnante di scuola elementare a Caltanissetta dal 1949 al 1957 e a Palermo dal 1957 al 1968, pubblicando frattanto romanzi, racconti, opere teatrali e saggi che, come egli stesso affermò, formavano un’unica opera, mirante a illustrare la tragedia del passato e del presente della sua isola d’origine.Le parrocchie di Regalpetra (1956) è una raccolta di racconti che esaminano le condizioni della Sicilia rurale, sottoposta ai condizionamenti della mafia, del Partito fascista e, dopo la guerra, alla deviata gestione del potere da parte dei nuovi amministratori locali democristiani. Fecero seguito i racconti di Gli zii di Sicilia (1958) e i romanzi sulla Sicilia contemporanea, quali Il giorno della civetta (1961), A ciascuno il suo (1966) e Todo modo (1974), adattato cinematograficamente nel 1976 dal regista Elio Petri), incentrati sul racconto di indagini condotte dalla polizia: in essi però la suspence, tipica di questo genere narrativo, tende a proiettarsi in una dimensione filosofica e metaforica. Sempre caratterizzata da un intreccio da romanzo giallo è La scomparsa di Majorana (1975), sulla misteriosa sparizione del fisico catanese Ettore Majorana. Dal romanzo Il contesto (1971), anch’esso appartenente a questo gruppo di opere, derivò il film di Francesco Rosi Cadaveri eccellenti (1976). Anche Il consiglio d’Egitto (1963), Candido (1979) e altri romanzi mettono in scena, da diversi punti di vista e presentando vari ambiti sociali, aspetti della storia siciliana che, come già avveniva nelle opere di Pirandello, tende a trasformarsi in modello della condizione umana.Dal 1978 Sciascia si concentrò sull’attività saggistica e politica (L’affaire Moro, 1978; Dalla parte degli infedeli, 1979) e, come rappresentante del Partito radicale, divenne membro del Parlamento europeo e del Parlamento italiano nel 1979. Degli ultimi anni sono i romanzi brevi La strega e il capitano (1986), Porte aperte (1988, dal quale nel 1990 Gianni Amelio ha tratto l’omonimo film interpretato da Gian Maria Volonté) e Una storia semplice (1989), opere nelle quali dietro alla consueta avvincente traccia narrativa compaiono sempre più insistentemente contenuti di sofferta e profonda riflessione morale e filosofica.Sciascia morì a Palermo nel 1989.

Al cittadino fai vedere come gl’infilano l’ombrello nel sedere

2 Maggio 2007 alle 17:42 | Pubblicato su Cronaca locale | 1 commento

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Rubo una frase ed una vignetta di Altan e credo che poiché la causa di questo “furto” è nobile non credo che gli dispiacerebbe se lo vernisse a sapere. Tutt’ altro, sono convinto che approverebbe in pieno la mia iniziativa.Orbene i cittadini devono sapere che tra la quasi indifferenza di tutti, a parte le effimere fiammate di indignazione di qualcuno (ad esempio quelle di Eugenio Memmi su http://www.tuttocasarano.it) è stata approvata dal consiglio comunale della nostra ridente cittadina, che tanto ridente non lo è più da alcuni anni, la famigerata Addizionale Irpef, cioè un aumento percentuale dell’imposta sulle persone fisiche che già viene trattenuta in busta paga. A dire il vero la legge lo consentiva, l’amministrazione non l’ha applicata da quando è stata varata, ma è anche vero che per fare fronte alla profonda crisi gestionale si potevano intraprendere altre strade, visto anche le difficoltà economiche che stanno attraversando numerose famiglie casaranesi per via della crisi del TAC. Singolare poi l’«uscita» del nostro piccolo «Jeffrey Skilling”, il vicesindaco Caputo che da imbonitore di turno dice: «l’introduzione della nuova tassa è stata necessaria perché “l’ente deve fare affidamento, dopo anni di accertamenti fiscali, su entrate strutturali” (..) l’ente, non applicando l’addizionale in questi ultimi anni, “ha fatto risparmiare ai cittadini circa 3 milioni di euro” Non ho compreso a pieno il significato di questa frase. E’ come se io dicessi: « tre anni fa si era pensato di approvare in consiglio comunale l’aumento della tassa sui rifiuti e siccome da allora non l’ abbiamo fatto, i cittadini hanno risparmiato 3 milioni di euro».
Le due frasi hanno esattamente lo stesso significato ed il concetto che esprimono potrebbe essere battezzato “risparmio sulle intenzioni”. Inoltre smentisco solo “tecnicamente l’assessore Caputo perché l’addizionale irpef è stata introdotta, a Casarano, solo ed esclusivamente per ottenere un maggiore gettito fiscale, in poche parole per “risanare”, per “fare cassa”; in perfetta controtendenza alle indicazioni che da Jean Claude Juncker presidente dell’Ecofin :
« Le entrate fiscali devono essere utilizzate in assoluta priorità per la riduzione del debito mentre quelle strutturali non devono avere per forza la stessa destinazione. »
Quindi Caputo ci dica per cosa serviranno questi soldi, quali sono le priorità! E giacché ci siamo ci spieghi come mai non si riesce a risanare il deficit con le entrate fiscali. Cattiva gestione? E la colpa di chi è? Di noi cittadini? Oltretutto non c’è stato nessun tentativo di intraprendere altre strade, come quella del taglio alla spesa, che, se pur dolorosa, non metteva le mani nelle tasche dei cittadini, almeno non in questo particolare momento. Spero solo che non mi vengano a raccontare la favoletta delle risorse utilizzate per le opere pubbliche in corso, oppure quelle già realizzate, perché potrei citare gli sprechi che sono fatti da diversi anni ed i ritardi cronici su alcuni progetti che potevano cambiare volto alla città. Su tutti, la raccolta differenziata che non decolla, potenziale fonte di reddito per il paese, con lo smaltimento intelligente dei rifiuti; oppure la progettazione di qualche forma di energia alternativa, anch’essa fonte di reddito in molte realtà della zona. Anzi, proprio quest’ultima sembra essere un vero e proprio tabù. Per tornare all’argomento “addizionale irpef” vorrei sottolineare il fatto che non si sono intravisti, al momento, segnali di protesta fuori dal palazzo e che l’opposizione, contraria sui banchi consiliari, ha mestamente consegnato le armi. Sono in attesa che qualcuno mi stupisca, magari con uno sciopero della fame o qualcosa del genere. Anche un comunicato stampa, un corteo di protesta; insomma mi aspetto che qualcuno, in questo cazzo di paese faccia l’opposizione con la “O” maiuscola!

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