Liberismo e Statalismo: Le due facce della stessa medaglia

24 ottobre 2007 alle 21:48 | Pubblicato su Attualità | Lascia un commento

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di William Ghilardi

Caro Pino,

scusa il ritardo nel rispondere al tuo post, ho avuto un bel traffico in questi giorni. Leggendo il tuo post mi son venuti alla mente episodi accaduti circa 15 anni fa. Ai tempi avevo circa la metà degli anni che ho adesso e più o meno il triplo delle illusioni di oggi. Ricordo che era da poco caduta l’Unione Sovietica e di conseguenza il sogno di milioni di individui. Alcuni incalliti sostenitori del capitalismo, dopo aver debitamente tacciato d’ideologia i comunisti, dicevano (dimostrando di essere ancora più ideologi dei comunisti) che l’Unione Sovietica è crollata perché la gente li non aveva più una motivazione per produrre. In pratica, siccome si faceva finta di pagare i lavoratori, i lavoratori facevano finta di lavorare. Nell’occidente invece, dove chi si dà da fare, chi lavora, emerge e diventa ricco, la gente è più motivata e lavora di più. Insomma la guerra fredda, che è costata sangue (Vietnam e Corea), nonché miliardi e miliardi di dollari bruciati in armamenti, era solo una guerra di motivazione. Ad un certo punto gli operai sovietici erano demotivati, e quindi hanno vinto gli operai americani. Quindici anni dopo scopri che c’é mancato mica troppo che il muro sarebbe crollato dall´altra parte. E allora incominci a chiederti quali erano le vere ragioni del crollo del loro sistema. Ecco, io non so se tu hai esperienza di lavoro presso una grossa azienda. Io ne ho conosciute dall´interno già tre. Quello che le accomuna è il fatto che tutte e tre sono governate da una burocrazia tanto grande e potente quanto inutile e costosa. In questo genere d’aziende tutte le decisioni che dovrebbero essere prese dal “centro” vengono prese in “periferia” e tutto quello che andrebbe deciso in “periferia” viene deciso in “centro”. Ci s’inventano le cose più assurde per giustificare il fatto che un certo numero di persone lavorano in questo o quel dipartimento/ufficio.  D’altra parte se un capo-dipartimento è ONESTO e ammette di guidare un dipartimento inutile, questo è chiuso, e lui perde il suo posto privilegiato di capo. Quindi tiene la bocca chiusa, partecipa a riunioni dove non fa altro che porre l’accento l´importanza del suo dipartimento (che lui stesso sa non servire a niente), e continua a DANNEGGIARE l’azienda nel suo insieme. Finché appunto, qualcuno a un livello più alto, ma esterno alla cerchia di cui il capo-dipartimento in questione lavora, decide (sulla base di circolazioni degne di un computer della NASA, eseguite con software ideati su richiesta di gente inutile, per esigenze inutili e pagata con soldi utili) che l’intero stabilimento, o un gruppo di stabilimenti devono essere chiusi, perché i conti non tornano. E così sfumano migliaia di posti di lavoro. A questo punto capisci che il vero motivo che ha portato al crollo dell’Unione Sovietica, non è la motivazione dei suoi operai… quanto la burocratizzazione estrema di uno stato, che ad un certo punto non ha potuto più reggere finanziariamente. Ecco, spesso nei colossi del capitalismo occidentale succede lo stesso. Salvo poi, per ragioni di comodo, di dare la colpa vuoi all´11 settembre, vuoi al calo delle vendite, vuoi alla concorrenza dei cinesi, vuoi alla mancanza di questo e di quest’altro. Un saluto

Carrefour : à dieu Italie

20 ottobre 2007 alle 01:50 | Pubblicato su Attualità | 4 commenti

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E’ notizia fresca fresca che il colosso francese della grande distribuzione Carrefour si stia apprestando a chiudere 11 ipermercati nel centro sud. Non è dato di sapere quali siano le località chiamate in causa e quindi nessuna notizia certa riguardante le sorti dell’ipermercato di Cavallino che a questo punto, dopo più di dieci anni, rischia di chiudere battenti. Difatti ci sono in pericolo migliaia di posti di lavoro che molto probabilmente andranno in fumo. La decisione di chiudere alcune sedi del sud Italia è stata presa dai vertici dell’azienda francese perché sembra ci sia stato nel corso del 2006 un netto calo degli introiti, soprattutto dai centri dislocati qui al sud, dovuto, a quanto sembra, alla grave crisi economica di alcuni settori cardine dell’economia che ha prodotto un calo delle vendite. Di tutta questa storia, che vede protagonista ancora una volta il nostro già martoriato sud, l’aspetto curioso riguarda le strutture che rimarranno. Sembra infatti che uno dei probabili acquirenti, secondo fonti di radio capital, sia il gruppo facente capo a Marco Tronchetti Provera, la Pirelli S.p.A. Ma non si sa niente di certo circa l’utilizzo finale di queste strutture.

IL LIBRO: «In questo momento sta nascendo un bambino» di Enrico Letta

7 ottobre 2007 alle 15:20 | Pubblicato su Attualità | Lascia un commento

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Enrico Letta è deputato della margherita e candidato delle primarie per la corsa alla segreteria del neonato Partito Democratico. Ma non è in veste di politico che parlerò di Letta, bensì di scrittore, poiché è uscito da pochi giorni un bel libro dal titolo “In questo momento sta nascendo un bambino”.Lo scopo del parlamentare della margherita è analizzare la prospettiva di crescita futura dei bambini che nascono oggi: Quale scuola gli accoglierà fra dieci anni? Quali possibilità gli aprirà l’università? Troveranno un lavoro che gli consentirà di affrontare serenamente le responsabilità di una famiglia, o saranno costretti a restare troppo a lungo nella casa dei genitori, per mancanza di alternative? La loro vita adulta sarà gravata dalla montagna di debiti accumulati dalla generazione precedente, come accade agli italiani di oggi? Le donne avranno uguali opportunità di realizzazione degli uomini? Sono alcune delle domande secondo Letta, che una politica degna di questo nome dovrebbe mettere al centro della sua attenzione, invece di accontentarsi di navigare a vista tra gli egoismi personali e il bisogno di mantenere il potere conquistato. Lo scopo di una politica che può ancora appassionare i cittadini deve essere la costruzione del futuro. È per questo che Enrico Letta – partendo dalle tre parole chiave: libertà, mobilità, natalità – sceglie di raccontare l’Italia attraverso la prospettiva dei bambini che nascono oggi. 

Breve biografia dell’autore:

Enrico Letta ha 41 anni. Si è laureato in diritto internazionale ed ha conseguito un dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Ha conseguito un master in economia in una delle più prestigiose Università americane: HARWARD.Pur essendo giovanissimo, la sua carriera politica è lunga:Presidente dei Giovani democristiani europei dal 91 al 95; segretario generale del Comitato Euro del Ministero del Tesoro dal 96 al 97;  vicesegretario nazionale del Partito Popolare Italiano dal 97 al 98. A soli 32 anni, dal 98 al 99, è stato il ministro più giovane della storia della Repubblica, periodo in cui ha ricoperto come guardasigilli il dicastero delle Politiche comunitarie. Ministro dell’Industria dal 99 al 2001 e, sempre nel 2001 nominato responsabile nazionale per l’economia della Margherita. Nel 2004 è stato eletto parlamentare europeo per la lista di Uniti nell’Ulivo. Nel 2006, viene nominato segretario alla presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Prodi. E’ sposato ed ha due figli.  

Casarano: L’annoso problema del randagismo.

4 ottobre 2007 alle 16:57 | Pubblicato su Cronaca locale | 2 commenti

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Di questi tempi parlare di problemi riguardanti la nostra città è diventato imbarazzante. Voi penserete: Perché? Perché qualsiasi argomento tu tratti passa sempre in secondo piano rispetto, ad esempio, alla crisi occupazionale, che vorrei precisare, non colpisce solo Casarano, ma tutta questa landa del Salento. Con tutta onestà credo sia giusto dare priorità alla crisi del calzaturiero, che sta producendo, in termini economici e sociali un’ inversione di marcia sul fattore  della crescita e dello sviluppo del territorio. Ma lo dico con grande rispetto: Casarano ha anche altre “gatte da pelare” (visto che parliamo di animali) e, vi piaccia o no, bisogna che qualcuno, rompendo gli indugi, ne parli. Uno dei grattacapi irrisolti in questo nostro paese, riguarda l’ormai annoso problema del randagismo, per alcuni cittadini vissuto come un vero e proprio incubo. Mi è stato segnalato da un amico che sulla zona industriale di Casarano, un drappello di cani di varie misure, alcuni anche abbastanza grossi, si sarebbe impossessato del “territorio”. Sembra sia più che fondato il rischio di essere “attaccati da questi cani, pur trattandosi di una zona con bassa densità di pedoni in transito. Infatti solo una circostanza fortunata ha impedito che ciò accadesse a questo amico che, mentre si accingeva a fare jogging in quei paraggi, di sera, è stato attorniato dai randagi. Dall’atteggiamento assunto sembravano ostili all'”intruso”. Fortunatamente il malcapitato non si è lasciato prendere dal panico ed è riuscito a guadagnare con fatica lo sportello della sua autovettura, lontana pochissimi metri. Ora, se fosse stato azzannato, chi ne avrebbe risposto dei danni? Quale provvedimento si dovrà adottare per evitare che  sfoci in tragedia ciò che all’apparenza sembra essere un problema marginale? Oppure, come spesso accade, aspettiamo che qualcuno venga addentato prima di mettere mano ai provvedimenti? Ad ogni modo, nell’attesa di risposte concrete da parte degli organi competenti, dico:EVVIVA i cani ed anche i gatti, giusto per evitare che qualcuno strumentalizzi questo post e mi accusi ingiustamente di essere anti animalista.

Nella foto: "cuccio" il mio bastardino

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